Palazzo Lateranense: uno scrigno di arte e fede - Palazzo Lateranense

Palazzo Lateranense: uno scrigno di arte e fede

Il 13 dicembre 2021, il Palazzo Lateranense ha aperto le sue porte al pubblico con un allestimenti unico che attraversa il primo piano del Palazzo Apostolico

Arte, cultura e fede. Il Palazzo Lateranense è uno scrigno di tesori che attraversa oltre tre secoli della storia della cristianità. Nel cuore della Città Eterna, insieme alla Basilica di San Giovanni in Laterano è da sempre “Madre e Capo” di tutte le chiese di Roma e del mondo. Qui ancora oggi il Papa, vescovo di Roma, prende possesso “fisicamente” della sua diocesi recandosi proprio nella cattedrale di San Giovanni in Laterano.

Il 13 dicembre 2021, il Palazzo Lateranense ha aperto le sue porte al pubblico con un allestimenti unico ed innovativo che attraversa il primo piano del Palazzo Apostolico. Qui il visitatore viene rapito dalla maestosità delle dieci sale, tra le quali quella dove furono firmati i Patti Lateranensi, che regalano affreschi del cinquecento, arazzi di pregevole fattura, quadri di grandi artisti e preziosi mobili antichi. Queste furono i luoghi di rappresentanza dei Papi che per oltre 1000 anni abitarono nel complesso. Dopo averle attraversate si entra negli appartamenti privati del Santo Padre che, insieme alla cappella, sono oggi visitabili per la prima volta nella loro storia.

Ad accompagnare il visitatore lungo il percorso di visita, che si conclude all’interno della Basilica di San Giovanni in Laterano accedendo dal maestoso scalone monumentale, sono le Suore Missionarie della Divina Rivelazione, impegnate nell’evangelizzazione attraverso la bellezza.

Per ripercorrere la storia del Palazzo Lateranense bisogna tornare indietro fino al 28 ottobre dell’anno 312, quando le truppe di Costantino sconfissero Massenzio nella celebre battaglia di Ponte Milvio. Sul soglio di Pietro sedeva in quegli anni Papa Milziade I, al quale Costantino donò l’area e le costruzioni un tempo appartenute all’antica famiglia dei Laterani.

Fu proprio Costantino che con l’Editto di Milano del 313 concesse la libertà di culto ai cristiani fino a quel tempo, avevano professato la loro fede tra intolleranze e persecuzioni, facendosi promotore della costruzione dei luoghi per la professione di fede. La basilica del Santissimo Salvatore, che in seguito sarà dedicata anche ai santi Battista ed Evangelista, sarà l’unica non costruita sulla sepoltura di un martire, bensì come ex voto suscepto (per grazia ricevuta), sui resti dei Castra Nova Equitum singularium, caserma dei pretoriani del rivale di Costantino, Massenzio. La basilica fu consacrata il 9 novembre del 318 e venne dedicata al Santissimo Salvatore da Papa Silvestro I. Ad essa, oltre che il Battistero, venne poi annesso il Patriarchium, noto come la “Casa del Vescovo di Roma”.

È stato Papa Francesco a suggerire di rivitalizzare quella che per secoli è stata la “Casa del Vescovo di Roma”, prima che fosse trasferita in Vaticano. In una lettera del 20 febbraio 2021, indirizzata al cardinale vicario Angelo De Donatis, il Santo Padre invitava a condividere il «frutto del genio e della maestria degli artisti, spesso testimonianza di esperienze di fede» e «rendere fruibile la bellezza e il rilievo dei Beni e del patrimonio artistico», affidati alla tutela del Vescovo di Roma.

Nel corso dei secoli, tra danneggiamenti, traversie e saccheggi, questi luoghi conobbero il loro massimo splendore nel periodo medioevale, sotto il papato di Innocenzo III e Bonifacio VIII. Il Palazzo ricoprì la funzione di residenza dei Papi per circa mille anni, ma, al rientro dell’autorità papale, a seguito della “cattività Avignonese” (1309-1377), venne abbandonato. Come luogo scelto per ospitare il Papa fu infatti designato il Vaticano, non solo per gli aspetti geografici che lo rendevano più sicuro, ma soprattutto in virtù della presenza della tomba di Pietro. Nonostante questo, il Palazzo continuerà a mantenere intatta la prerogativa di Patriarchium: tutti i Papi, difatti, una volta eletti al soglio pontificio, faranno la loro presa di possesso nel Laterano.

La riqualificazione urbanistica di tutto il complesso avvenne per volontà di Papa Sisto V (1585-1590), il quale realizzò, in soli cinque anni di pontificato, una serie di operazioni di ristrutturazione e di edificazione nell’area circostante e in tutta la città. Alla fine, però, Sisto V riuscì a stare al Laterano soltanto un anno e tutti i suoi successori scelsero come dimora il Vaticano.

Ma l’importanza del luogo rimase nei secoli. Il Palazzo Lateranense sarà utilizzato raramente come abitazione, ma soprattutto ad uso di “mendicità” per offrire un luogo di accoglienza e di lavoro per i poveri della città. Fu poi con le figure di Gregorio XVI, da Pio IX e da Pio XI che fu destinato a raccogliere i documenti e le memorie storiche che riguardano la propagazione universale del Vangelo.

Giovanni XXIII prima, Paolo V dopo, misero in atto profondi interventi di riqualificazione e ripristino del Palazzo, che si conclusero nel 1967 con il trasferimento degli uffici del Vicariato di Roma.

Oggi è possibile accedere al Palazzo Lateranense solo con visite guidate, in gruppi di massimo 30 persone.

Per prenotarsi basta scegliere la data desiderata consultando il sito www.palazzolateranense.com